Rischio neve e valanghe

L’insidia più temibile della montagna durante l’inverno e la primavera è rappresentata dalle valanghe.

La valanga è definita come “il movimento rapido di una massa nevosa, con volume superiore a 100 m3 e una lunghezza maggiore a 50 metri” che avviene quando su una grande quantità di neve si verifica un aumento delle forze traenti oppure una diminuzione di quelle resistenti.

L’aumento delle forze traenti è dovuto essenzialmente all’accumulo della neve a seguito di precipitazioni o all’azione del vento, mentre la riduzione delle forze resistenti è dovuta al tipo di trasformazione che il manto nevoso subisce nel tempo, ad esempio attraverso il metamorfismo costruttivo e l’aumento della temperatura.

La classificazione delle valanghe avviene attraverso cinque differenti criteri:

  1. tipo di distacco, da singolo punto o da un’area estesa;
  2. posizione della linea di distacco, strati superficiali o profondi;
  3. umidità della neve, asciutta o bagnata;
  4. morfologia del terreno, incanalata o di versante;
  5. tipo di movimento, radente o polverosa.

I fattori che favoriscono il distacco di valanghe sono essenzialmente: la pendenza del versante, la quantità e qualità del manto nevoso, le sollecitazioni esterne e il sovraccarico.

Lo strumento che fornisce un quadro sintetico dell’innevamento è il bollettino nivometeorologico  che, al momento dell’emissione, fornisce gli elementi per definire lo stato del manto nevoso e indica il pericolo di valanghe in un determinato territorio.

Il bollettino individua cinque gradi di pericolo che fanno riferimento alla scala europea che si riporta di seguito:

  1. debole;
  2. moderato;
  3. marcato;
  4. forte;
  5. molto forte.

La progressione di tale scala però non è lineare; infatti il grado 3, pur trovandosi al centro della scala, non rappresenta un pericolo medio, ma una situazione già critica.

In ambito nazionale e regionale, tali informazioni sono fornite dal Servizio METEOMONT del Corpo Forestale dello Stato.

L’Abruzzo è caratterizzato da un potenziale rischio territoriale di caduta valanghe dovuto sia alle caratteristiche geomorfologiche che geografiche e climatiche della regione e che annualmente vengono registrate dal Servizio Meteomont.

La Regione Abruzzo con la Legge Regionale n. 47 del 18 giugno 1992 ha definito le procedure per l’accertamento dei pericoli e dei rischi da valanga.

L’art. 2 prevede la elaborazione di una carta di localizzazione dei pericoli di valanghe da aggiornare periodicamente.

Nelle aree soggette a tale pericolo è sospesa l’edificazione, la realizzazione di impianti e infrastrutture ai fini residenziali, produttivi e di carattere industriale, artigianale, commerciale, turistico e agricolo nonché ogni nuovo uso delle aree che possa comportare un rischio per la pubblica e privata incolumità.

Alla predisposizione della carta della pericolosità provvede la Protezione Civile regionale con la collaborazione dell’Ispettorato Regionale delle Foreste, degli Ispettorati Dipartimentali provinciali, delle strutture territoriali dello stato, dei Servizi del Genio Civile e delle Comunità Montane.

Ad oggi la elaborazione di tale importante strumento, a causa della esiguità dei fondi da dedicare all’attività di censimento e ricerca riguarda una piccola parte del territorio regionale montano

La pericolosità dei territori compresi nei bacini sciistici abruzzesi è invece continuamente aggiornata attraverso l’opera di previsione e prevenzione svolta dal Comitato Tecnico Regionale per lo Studio della Neve e delle Valanghe (CO.RE.NE.VA.) istituito sempre dalla LR 47/92.

Al Comitato regionale è infatti affidata la consulenza per quanto riguarda le problematiche di sicurezza dal rischio valanghe ed il rilascio del certificato di immunità dagli eventi valanghivi per le aree interessate alla realizzazione di impianti a fune di pubblico esercizio, di piste di discesa e relative infrastrutture accessorie.

La stessa L.47/92 prevede la nomina di una Commissione comunale valanghe, nei comuni con territori interessati dal rischio.

Sul sito della Regione Abruzzo, Geo portale, Cartografia, Protezione Civile, è possibile consultare la Carta storica delle Valanghe aggiornata alla stagione invernale 2013-2014.

La carta storica delle valanghe o forse ancora meglio il catasto storico delle valanghe, considerato che non è limitata alla sola rappresentazione grafica della valanga ma anche a tutta una serie di informazioni correlate, è un passo propedeutico alla successiva realizzazione della CLPV.

Utilizzato dal 2010 come supporto alle decisione del CORENEVA, oggi aggiornato con i dati messi a disposizione del CFS, il catasto storico delle valanghe viene  reso disponibile per tutti i comuni interessati dal censimento e sul geoportale internet della Regione, non come potenziale carta del rischio valanghe, ma come  un ulteriore utile strumento di conoscenza del territorio a disposizione degli enti locali, dei gestori dei bacini sciistici e anche di chi frequenta le montagne innevate abruzzesi nel tempo libero.

Va però necessariamente chiarito che la carta non può essere intesa come una previsione o valutazione su possibili eventi valanghivi, ma solo come semplice registro di eventi valanghivi avvenuti, rimandando la caratterizzazione del territorio per quanto riguarda la pericolosità del rischio valanghe, alla realizzazione della Carta di Localizzazione dei Pericoli da Valanga, il cui primo rilievo ed iter approvativo (Prati di Tivo-Campo Imperatore) si è completato  nel 2017. Nel corso del 2018 partiranno i rilievi per la realizzazione di una CLPV su tutto il territorio regionale situato al di sopra dei 1000 m slm e con inclinazione => a 25°.